Ottobre è da vent’anni il mese della prevenzione del tumore della mammella da quando la Lega Italiana per la lotta contro i tumori ideò la Campagna Nastro Rosa. Oggi la campagna è patrimonio di tutti grazie alla lungimiranza della LILT Italiana. Il tumore della mammella è la prima neoplasia del sesso femminile e colpisce oggi 2 donne su 8. L’incidenza è in aumento anche in Sardegna dove si registrano circa 1500 nuovi casi all’anno. In Senologia prevenzione vuol dire diagnosi precoce perché non potendo ancora impedire al tumore che nasca possiamo sempre di più diagnosticarlo nelle fasi iniziali della sua comparsa. Più riusciamo a diagnosticarlo precocemente e più efficaci sono le terapie di cui disponiamo e maggiore è il numero di donne che possono guarire. Lo strumento per raggiungere questo importante risultato è la mammografia che è in grado di individuare la neoplasia quando è molto piccola, quando non è ancora palpabile. Ciò ha consentito di ridurre notevolmente gli interventi demolitivi sulla mammella, le mastectomie, mentre più frequentemente (nell’80%) oggi si ricorre a interventi più conservativi e limitati come la quadrantectomia e l’asportazione di un solo linfonodo dell’ascella. Prima l’asportazione dei linfonodi ascellari era completa e notevoli e importanti erano gli esiti di tale intervento. Oggi le conoscenze scientifiche e la diagnosi precoce consentono sempre più frequentemente di limitare gli interventi anche dell’ascella. La mammografia è utile dopo i 40 anni e le società scientifiche consigliano di eseguirla ogni anno proprio perché tra i 40 e 45 anni si rileva il primo picco di insorgenza della malattia. Un secondo picco di casi di tumore al seno si verifica tra i 55 e 65 anni: è la fascia di età in cui la mammografia è consigliata ogni due anni ed è organizzata mediante il sistema dello screening: in tutta la regione le donne con età fra 49 e 69 anni ricevono una lettera della ASL di appartenenza che le invita a presentarsi nel centro di riferimento per eseguire la mammografia. E’ un’occasione da non perdere perché è elevata la percentuale di tumori mammari misconosiuti, allo stato iniziale, piccoli, non palpabili, senza che diano segni di sé e che possono essere rilevati da questa mammografia. Il mio Maestro diceva sempre che nessuna donna dovrebbe mancare al suo appuntamento col proprio senologo proprio perché la diagnosi precoce salva ogni anno la vita a molte donne. E le donne questo l’hanno capito perché aderiscono sempre più convinte e numerose. Per questo “la prevenzione è vita” e non dobbiamo trascurarla neppure ai nostri giorni segnati dalla tragedia della pandemia virale che condiziona la nostra vita ed è al centro delle nostre preoccupazioni quotidiane. Uno studio nazionale ha dimostrato che rispetto al 2019 sono stati eseguiti in Sardegna 3700 interventi in meno, di cui il 40% per patologia oncologica. Un tributo inaccettabile in termini di sopravvivenza e di speranza di guarigioni . La soluzione della pandemia è ancora lontana anche se si intravede al fondo del tunnel la luce del possibile vaccino. Nel frattempo il tumore della mammella persiste e colpisce per cui sarebbe colpevole da parte di tutti non continuare a fare tutto ciò che è necessario per combatterlo e permettere a tante donne di sconfiggerlo. La classe politica, le strutture e gli operatori sanitari non possono permettersi neanche in questa situazione di emergenza di rendere pienamente accessibili alle donne gli strumenti che sono il frutto di tanti progressi che la moderna Senologia ha registrato negli ultimi decenni: più facilità di accesso alle prestazioni diagnostiche, liste di attesa più brevi per l’accesso alle terapie chirurgiche e mediche e istituzione finalmente delle breast unit, le unità senologiche fatte di specialisti dedicati che garantiscono alle donne più accuratezza delle cure e maggiori possibilità di guarigione. Facciamolo, le donne se lo meritano.
Carlo Cabula
Direttore SC Chirurgia Oncologica e Senologia
Ospedale Oncologico di Riferimento Regionale “A.Businco” – ARNAS G.Brotzu Cagliari
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