Elettrochemioterapia

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Elettrochemioterapia 2017-11-10T23:22:55+00:00

L’elettrochemioterapia consiste nella somministrazione endovenosa di chemioterapico (bleomicina o cisplatino) e nell’applicazione locale sul tumore di speciali aghi elettrodi a esposizione fissa o variabile. L’impulso elettrico favorisce l’elettroporesi cellulare, cioè l’apertura di canali cellulari rendendo la cellula più permeabile al chemioterapico. La metastasi cutanea ha un forte impatto negativo sulla vita del paziente oncologico.  Quando la chirurgia, la chemioterapia e la radioterapia hanno esaurito la propria efficacia, l’elettrochemioterapia  può migliorare la qualità di vita della paziente con efficace effetto locale nell’ 80% dei casi trattati. L’elettrochemioterapia fornisce un’efficace palliazione nel trattamento di lesioni  dolorose, ulcerate o sanguinanti e in casi particolari può essere impiegata anche a scopo neoadiuvante.

Può essere praticata per pazienti con età ≥50 anni, con tumore non lobulare invasivo, unifocale, pT1-2 (≤30 mm) pN0, senza presenza di estesa componente intraduttale e invasione linfo-vascolare, con margini negativi di almeno 2 mm (Raccomandazioni GEC-ESTRO 2010). Ma tale approccio non rappresenta ad oggi uno standard terapeutico e pertanto la paziente deve essere adeguatamente informata sul rischio e sulle implicazioni di tale scelta.