Biopsia del linfonodo sentinella (BLS). E’ da considerare uno standard terapeutico per le pazienti con carcinoma mammario stadio clinico I-II e linfonodi clinicamente negativi o con linfonodi clinicamente sospetti ma con successivo agoaspirato/agobiopsia negativo. E’ affidabile anche in caso di tumori multicentrici e può essere praticata anche in caso di precedente chirurgia sulla mammella e/o sull’ascella (ASCO). Tale approccio comporta una forte riduzione della morbidità del trattamento e minore incidenza di complicanze precoci e tardive sul braccio.
Metastasi nel linfonodo sentinella. In caso di metastasi nel linfonodo sentinella la dissezione ascellare è l’opzione che attualmente gode di maggior consenso. Ma alla luce dello studio ACOSOG Z0011 e del recente report di Giuliano sul follow-up a dieci anni, l’astensione da ulteriore chirurgia ascellare può essere presa in considerazione. Nelle pazienti T1-2 N0 clinicostrumentale, l’eventuale non effettuazione della dissezione ascellare deve essere sempre preceduta da discussione multidisciplinare valutando: gli aspetti istopatologici (il nodal ratio fra dimensione della metastasi e dimensione del linfonodo, la localizzazione della metastasi nei seni e/o nell’ilo, l’eventuale superamento della capsula), gli altri fattori di rischio (età, invasione linfovascolare), l’eventuale indicazione a radioterapia che possa comprendere le stazioni ascellari inferiori e alla terapia medica sistemica. La paziente deve essere informata sul rapporto rischio/beneficio. Donne con biopsia del LS positiva e candidate alla radicalizzazione devono essere sottoposte a svuotamento ascellare.
Micrometastasi nel linfonodo sentinella
In presenza di micrometastasi nel linfonodo sentinella è prassi attualmente ampiamente accettata la omissione della dissezione ascellare, sulla base dei risultati dello studio multicentrico di fase III (IBCSG 23- 01) in cui ad un follow up mediano di 5 anni la sopravvivenza libera da malattia era 87,7% (95% CI 84,4—91,2) nel gruppo non sottoposto a dissezione ascellare e 84,4% (80,7—88,1) nel gruppo trattato con dissezione ascellare